Sentiamo spesso dire che “il lavoro principale dei bambini è quello di giocare”. Questa affermazione corrisponde al vero. Infatti l’attività che impegna i bambini per la maggior parte del loro tempo è proprio quella del gioco sotto tutte le sue forme. Giocando i bambini imparano a conoscere il mondo attorno a loro e acquisiscono delle abilità che favoriscono il loro sviluppo fisico e mentale. Vediamo a grandi linee come si sviluppa il gioco durante i primi anni di vita:
- durante il primo anno di vita, grazie al gioco, i bambini esplorano il mondo circostante e acquisiscono consapevolezza di sé stessi. Utilizzando tutti e cinque i sensi, infatti, i bambini imparano a conoscere il proprio corpo e percepiscono la propria capacità di interagire con gli oggetti e con gli adulti che ruotano attorno a lui. Durante i primi mesi di vita, il gioco che preferiscono è quello caratterizzato dalle interazioni faccia a faccia con l’adulto (ad esempio scambio di sguardi e di sorrisi), mentre successivamente l’attenzione si sposta sugli oggetti;
- intorno ai due anni il bambino essendo in grado di muoversi nell’ambiente circostante con un più alto livello di autonomia, è più attivo nel promuovere i giochi con gli altri. In questo periodo fa la sua comparsa il gioco simbolico ossia il giocare “a far finta di…” ;
- tra i tre e i cinque anni il bambino acquisisce nuove capacità cognitive e sociali che gli permettono di utilizzare la fantasia nei suoi giochi e di condividerla con altri bambini. Nasce il gioco “socio-drammatico” ossia una sorta di recita in cui i bambini stabiliscono ruoli e regole.
E’ importante inoltre sia che i bambini giochino da soli, sia che condividano delle attività di gioco con mamma e papà, perché giocare assieme ai propri figli contribuisce al rafforzamento del legame affettivo genitori-bambino. Non pensiamo dunque che il giocare con i propri bambini sia tempo perso, bensì una preziosa occasione per trascorrere assieme del tempo di qualità godendo piacevolmente della presenza dell’altro.